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Francesco Laera, un nocese alla commissione europea

Francesco Laera è l'addetto stampa della Rappresentanza in Italia – Ufficio di Milano della Commissione europea, dal dicembre 2012. Il 24 Ottobre Laera e' tornato nella scuola che ha frequentato da ragazzo, il Liceo Scientifico "Da Vinci"di Noci, per parlare di Europa e nuove prospettive per i giovani.  L'iniziativa, nell'ambito del programma "Ritorno a scuola", propone ai funzionari delle istituzioni europee di trascorrere una giornata in una scuola, preferibilmente in quella che hanno frequentato da ragazzi. Gli alunni possono informarsi sull'UE in modo diverso dal solito, parlando direttamente con persone impegnate nei temi europei. Possono così capire meglio il funzionamento dell'Unione, le sue diverse politiche e i programmi principali. Oppure possono semplicemente essere incuriositi dal mio percorso professionale. Figlio della nostra terra,  Laera ha lavorato dal 2009 come coordinatore per le relazioni interistituzionali presso la Direzione generale della Commissione europea per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, a Bruxelles. Francesco si occupava di analizzare rapporti e materiali mediatici in relazione alle procedure di controllo sulla gestione del bilancio Ue e di fornire informazioni in risposta alle questioni sottoposte. Tra le altre cose si è occupato per 9 anni a Bruxelles di fornire consulenza strategica in materia di campagne di comunicazione e politiche pubbliche europee. Francesco era inoltre incaricato di predisporre ed implementare le campagne di comunicazione ed i programmi sulle pubbliche relazioni rivolte a media internazionali, gruppi di interesse e istituzioni europee. Contestualmente a quest'incarico, egli ha operato in qualità di Direttore della comunicazione, settore Europa, presso una grande compagnia internazionale, con lo scopo di varare e gestire la fase finale di una campagna di comunicazione pan-europea. A margine dell'incontro con i ragazzi tenutosi al liceo "Da Vinci" abbiamo fatto delle domande al dott. Laera.

Cosa deve fare la scuola per far sentire i giovani cittadini del loro territorio ed al tempo stesso cittadini d'Europa ?
La scuola ha un'importanza fondamentale nel formare i cittadini di domani. È vero che i programmi scolastici sono una prerogativa degli Stati e quindi esulano dalle competenze delle istituzioni europee. Però è anche vero che più Europa tra i banchi di scuola può contribuire a dare agli studenti una visione più completa di alcuni temi. Penso alla tutela dell'ambiente e al cambiamento climatico, temi su cui la maggior parte delle norme in vigore sono di derivazione europea. Oppure all'agricoltura biologica e ai prodotti agroalimentari tipici, temi importanti per l'Italia che da sola detiene 1/3 di tutti i marchi DOP dell'intera Unione europea. Proteggere i prodotti tipici garantisce non solo i consumatori ma valorizza le tradizioni gastronomiche dei singoli territori. Penso anche ai diritti che abbiamo in quanto consumatori o anche semplicemente cittadini europei. Penso alle politiche di sviluppo del territorio, ai fondi strutturali, alle politiche per sostenere il turismo, alle iniziativa per valorizzare la cultura locale. In tutti questi casi, una maggiore consapevolezza del ruolo dell'Europa è indispensabile per sfruttare al meglio le opportunità che ci derivano dall'essere parte dell'Unione europea.

Il problema dell'occupazione è un'emergenza italiana ed oggi, soprattutto nel sud, deve fare i conti con le nuove forme di emigrazione. Cosa può fare l'Europa per consentire ai giovani di immaginare il loro futuro nella loro terra?
In Italia 1 lavoratore su 8 non trova lavoro. Va peggio tra i giovani, dove si arriva a 2 su 5. Per contrastare la disoccupazione giovanile, la Commissione europea ha proposto un programma chiamato "Garanzia Giovani". All'Italia sono stati assegnati 1,5 miliardi di euro (1 dal bilancio UE e 0,5 da fondi italiani). Il piano italiano è rivolto ai giovani da 15 a 29 anni che cercano lavoro o una formazione professionale. Sul sito http://www.garanziagiovani.it/ è possibile registrarsi, ricevere una consulenza personalizzata in base al proprio curriculum ed entrare in contatto con le offerte delle aziende.
Ci sono poi tre importanti strumenti europei per consentire ai giovani di immaginare il loro futuro nella loro terra. Il primo è senz'altro un uso ottimale dei fondi strutturali. L'Italia purtroppo riesce a usarli poco più della metà. Investendoli massicciamente nel turismo, nella cultura, nell'ammodernamento delle infrastrutture, le regioni del sud potrebbero creare sviluppo e lavoro.
Un secondo strumento è l'Erasmus per i giovani imprenditori (http://www.erasmus-entrepreneurs.eu/index.php?lan=it#.VEjGARC-B8E). Permette a chi vuole creare una propria impresa di essere ospitato per 1 o 3 mesi da un imprenditore affermato, imparando così "sul campo". 
Un terzo strumento sono i finanziamenti per le piccole e medie imprese, possibili grazie all'intermediazione delle istituzioni UE. Le modalità sono specificate su un portale web dedicato (http://ec.europa.eu/small-business/index_it.htm). 

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